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Le opere d'arte antiche non sono in vendita

swissinfo - tvsvizzera.it, 5 febbraio 2014

Esperti svizzeri, britannici e iracheni si incontrano a Ginevra per unirsi contro il commercio illegale d’opere d’arte antiche.

Negli anni, l’immagine della Svizzera in questo settore è stata appannata dalla reticenza dimostrata verso la ratifica della Convenzione dell’Unesco, varata a livello internazionale nel 1970, sul trasferimento dei beni culturali.
Ma anche la Gran Bretagna ha avuto per anni un’analoga falla legislativa che ne ha fatto uno dei principali centri al mondo per il commercio illegale di opere d’arte. Secondo l’Interpol e l’Unesco, questo settore del commercio illecito è superato per importanza solo da quello delle armi e della droga.
Raschèr fa inoltre notare che la Svizzera e l’Inghilterra sono fra le prime cinque piazze mondiali per lo scambio d’antichità. Dopo aver tentennato per molti anni, i due paesi hanno introdotto nuovi strumenti legali che non permettono di trattare i beni artistici e culturali alla stregua di merce comune. 
Gli esperti sperano ora che i nuovi strumenti rendano più difficile il commercio di beni rubati.
Andrea Raschèr illustra i deficit del passato: «In precedenza, una bicicletta rubata aveva la stessa priorità di un quadro rubato in una pinacoteca russa; importare delle statue dell’antica Grecia necessitava delle stesse procedure richieste per l’importazione di pomodori».
«Ma la nuova Legge sul trasferimento dei beni culturali corrisponde ormai agli standard minimi richiesti dalle convenzioni internazionali», aggiunge ancora Raschèr.



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